Viaggio studio lavoro in Australia? ecco tutto quello che devi sapere

AustraliaSono sempre di più gli italiani che insoddisfatti della propria condizione lavorativa o personale decidono di emigrare all’estero. Tra le mete più gettonate per scappare dall’Italia sicuramente Germania, Inghilterra ed Australia. C’è chi decide di trasferirsi definitivamente e chi invece prima di prendere una decisione definitiva preferisce fare una sorta di “prova di emigrazione” attraverso varie forme di viaggio.

Chi si accinge a intraprendere un viaggio studio lavoro in Australia deve occuparsi di una lunga serie di adempimenti, di carattere burocratico e non solo, indispensabili per essere in regola con le norme in vigore dall’altra parte del mondo. Il primo aspetto da prendere in considerazione è senza dubbio il Working Holiday Visa, che è un visto per le vacanze lavoro di cui possono usufruire i giovani con meno di 30 anni intenzionati a trasferirsi in Australia e a rimanervi fino a due anni.

Si tratta, quindi, di un visto che non viene concesso a tutti, e delle limitazioni sono previste anche in relazione alla provenienza geografica, nel senso che solo i cittadini di specifici Paesi possono ottenerlo: Italia inclusa. Il costo del Working Holiday Visa è pari a poco più di 400 dollari, per un pagamento che può essere saldato on line: attenzione, però, perché la somma non è rimborsata nel caso in cui si rinunci all’ultimo alla partenza o la domanda venga respinta.

Tale documento permette, quindi, di entrare in Australia per un viaggio studio lavoro, ma deve essere utilizzato entro i dodici mesi seguenti alla data in cui è stato concesso. Si può studiare per un periodo massimo di quattro mesi e si può lavorare per un periodo massimo di sei mesi per un datore di lavoro. Fino alla data di scadenza del Working Holiday Visa, si può uscire dall’Australia e rientrarvi tutte le volte che si vuole.

Se non si ha la possibilità di usufruire del visto, per esempio perché non si rientra nei limiti di età imposti, una soluzione alternativa può essere individuata nella Standard Business Sponsorship, in funzione della quale un datore di lavoro offre una sponsorizzazione presso il governo locale. Con questo strumento, per altro, la permanenza può durare fino a un massimo di quattro anni, ma è bene ricordare che ottenere una sponsorizzazione può essere impegnativo, anche perché essa comporta per il datore di lavoro l’assunzione della responsabilità dello sponsorizzato sia dal punto di vista finanziario che sotto il profilo giuridico.

Prima di recarsi dall’altra parte del mondo, non bisogna dimenticare di tradurre tutti i documenti attraverso una traduzione giurata: ciò vale sia per la patente che per eventuali attestati scolastici o professionali che potrebbero tornare utili. Per avere la certezza che la traduzione venga effettuata in modo corretto e, soprattutto, abbia valore legale tramite la cosiddetta asseverazione, ci si può rivolgere direttamente a un’agenzia di traduzione.