Vogliamo parlarti di uno splendido borgo medievale che si trova a circa 15 km da Trapani: Erice. Perché visitare la splendida rocca siciliana? Chi se lo domanda e vuole trovare una risposta si ritroverà catapultato indietro nel tempo, in questo borgo arroccato sulla cima di un monte a circa 750 metri. E’ un labirinto di viuzze che conducono a piazze, chiese e cortili antichi.
Ogni angolo trasuda storia e tradizioni ma il pezzo forte è il Castello di Erice, l’antico Castello di Venere. Puoi scoprire l’imponente Duomo in stile gotico, il Quartiere Spagnolo, la chiesa di San Martino con le sue maioliche ed affreschi. Oppure puoi perderti tra i reperti archeologici del Museo Civico. Tra tante bellezze, però, sarà il Castello a rimanere impresso nella tua mente al momento di ripartire o quando sentirai forte il bisogno di tornare nel magico borgo di Erice.
Perché visitare la rocca siciliana di Erice? Perché è impossibile dimenticarla?
Il borgo di Erice ha radici antiche che affondano le origini nel mito. La pietra la fa da padrona ovunque, dalle case ai palazzi storici ed alla cinta muraria che difende e circonda il paese.
Il Castello di Venere è l’icona di Erice: sorge sulla rocca siciliana a strapiombo offrendo una vista suggestiva. Risale all’epoca normanna: tra il XII ed il XIII secolo fu costruito sui resti di un tempio dedicato al culto della dea Venere. Secondo la mitologia greca, le mura del tempio di Venere furono edificate da Dedalo.
Da questa fortezza strategica si controlla tutto il paesaggio circostante: le isole Egadi, Marsala, Bonagia, Capo San Vito, Monte Cofano e, all’orizzonte, le isole di Ustica e Pantelleria, Mazara del Vallo.
Entriamo nella fortezza del Castello di Erice
Il Castello di Erice, una delle mete assolutamente da non perdere in Sicilia, è circondato dai Giardini del Balio (curatissimi e splendidi). Questi giardini si snodano intorno al Castello fungendo da cornice.
A distanza si possono ammirare alcune torri medievali. Sotto queste torri si trova la Torretta Pepoli, oggi adibita ad Osservatorio permanente di Pace e Faro del Mediterraneo. Il mecenate Agostino Pepoli, nell’Ottocento non si limitò a far rinascere le Torri del Balio ma realizzò il giardino pubblico riportando tutta l’area all’antico splendore.
La cinta muraria costruita in difesa di Erice è composta da enormi massi: la sua struttura è un’opera ingegneristica di elevato livello. Queste Mura Ciclopiche sono il frutto di un’opera di ingegneria militare a difesa del borgo.