Visitare New York in 3 giorni

La Statua della Libertà

Decidiamo di iniziare la nostra visita di New York percorrendo lo stesso percorso dei milioni di immigrati che arrivavano in America via mare attraverso questo porto. Scendiamo quindi a Lower Manhattan e andiamo al Castel Clinton National Monument e lo attraversiamo per arrivare al Battery Park, punto di partenza dei traghetti. Ci mettiamo ordinatamente in coda e, dopo circa un’ora, saliamo su un traghetto che ci porterà alla Statua della Libertà e quindi ad Ellis Island.

In effetti il tour in battello ci permetterà di immaginare l’arrivo degli immigrati italiani e non a New York. Scivoliamo a fianco alla Statua della Libertà, senza scendere in quanto, dall’11 settembre, è comunque vietato salire fino alla fiaccola. Proseguiamo e, lasciandoci Manhattan sulla destra, arriviamo ad Ellis Island. Questa era la vera porta d’ingresso agli Stati Uniti, attraverso la quale sono passati milioni di immigrati. All’interno dell’isola si trova un museo che racconta la storia di quegli anni tragici ma al contempo carichi di speranza.

Il tour richiede circa mezza giornata ma ne vale assolutamente la pena, soprattutto per le fantastiche viste che si hanno della statua e di Manhattan.

Lower Manhattan

Scesi dal traghetto dopo la visita alla Statua della Libertà, puntiamo decisi verso Wall Street. Arriviamo in mezzo ad una selva di stradine pedonali, strette e contorte, che più che New York (ormai abituati a strade dritte e perpendicolari) sembra una città europea. La cosa che più ci colpisce subito è il numero di poliziotti e la loro dotazione (mitra, casco e scudo antisommossa, furgoni blindati ecc.). Dopo l’11 settembre forse hanno anche ragione ad avere paura e questo è certamente il simbolo del capitalismo americano.
Sopra l’ingresso alla Borsa di New York, troneggia una bandiera a stelle e strisce di dimensioni incredibili. Poco sotto un display mostra le contrattazioni in corso. Antonella commenta: “Non si vede nessuno uscire disperato con gli scatoloni, buon segno!”. 🙂 Al termine di Wall Street scorgiamo il campanile di quella che, nel 1800, era la costruzione più alta di Manhattan e che ora è nascosta tra i palazzi: la Trinity Church. In effetti questa non è la costruzione originale costruita nel 1846 ma la terza chiesa che sorge nello stesso luogo…

Ci lasciamo sulla destra la Federal Reserve Bank, non senza aver fantasticato su tutto l’oro che vi viene conservato (!!!), e puntiamo Ground Zero. Qui, dove fino a 8 anni fa sorgevano le Torri Gemelle, i grattacieli più alti di New York e degli Stati Uniti interi, oramai c’è solo un cantiere. Non vediamo nulla a causa delle transenne che proteggono i lavori e comunque non c’è proprio nulla da vedere.
Decidiamo quindi di rilassarci un attimo nell’adiacente parco dove troviamo numerosi venditori ambulanti di hot dog, hamburger e coca cole in bicchieri da litro! Ci sediamo su una panchina e assistiamo ad una delle tante partite a scacchi che vengono giocate nei parchi cittadini.

Chinatown e Little Italy

Sempre a piedi ci incamminiamo verso il Seaport e passeggiamo fino al City Hall, il municipio, ed al Courthouse, il tribunale, due belle costruzioni in stile classico con l’immancabile cupola. Decidiamo di proseguire verso nord e di non attraversare il Ponte di Brooklyn in quanto troppo distante ed ormai la stanchezza inizia a farsi sentire. Riusciamo comunque a scorgerlo in lontananza e a scattare qualche foto dei piloni che lo sostengono. Avremo modo di godere della vista di questo splendido ponte dalla cima dell’Empire State Building!

Insistiamo sempre a piedi e decidiamo di inoltrarci nei due quartieri “etnici” più famosi di New York, quello cinese e quello italiano. Entriamo quindi inChinatown attraverso la via principale e la percorriamo tutta. Devo dire che questo quartiere non è affascinante come la Chinatown che abbiamo visitato a San Francisco ma, anzi, non ci sentiamo molto sicuri, al punto che decidiamo di nascondere la videocamera.
Al termine di Chinatown, si trova il quartiere italiano di Little Italy. Qui, più che a New York, pare di trovarsi a Napoli! Tricolori a tutte le finestre, musica napoletana che esce dai ristorantini a tutto volume. Gente che passeggia parlando in italiano (o meglio, in napoletano). Sembra di trovarsi in Italia! Anche i ristoratori sono quelli di casa nostra: sull’uscio del loro ristorante gridano offrendo i loro servizi. Passando accanto ad uno di questi, parte una nuova canzone napoletana ed un cuoco esce da locale proprio mentre passiamo io ed Antonella. Senza tanti problemi afferra la mano di Antonella e, in italiano, le chiede di ballare con lui la canzone appena iniziata,

Se Chinatown non ci ha entusiasmati, devo dire che Little Italy è proprio caratteristica e, se siete stanchi di hamburger, insalate con maionese o ali di pollo, qui potete trovare degli spaghetti alla bolognese che vi faranno sentire a casa! Noi, però, non eravamo stanchi della cucina americana e quindi abbiamo proseguito verso un tipico Friday’s.

Flatiron District

Nel tardo pomeriggio passeggiamo tranquillamente nel quartiere Gramercy, tra le sue vie tranquille in mezzo a palazzi e giardini pubblici. In uno di questi ultimi, il Madison Square Park, siamo colpiti dal numero impressionante di scoiattoli che si aggirano tra le panchine e che si avvicinano alle persone senza paura.
Passeggiando passiamo davanti al palazzo più rappresentativo di questa zona: il Flatiron Building. Sicuramente lo avrete visto in qualche film, è quel palazzo a forma triangolare che divide Broadway Street dalla 5th Avenue.

Camminando poi in direzione dell’hotel, visitiamo una chiesetta nascosta fra i palazzi. Si tratta della Little Church Around the Corner. Una chiesa piccolina ma molto caratteristica e carina. Poco lontano abbiamo visitato anche un’altra chiesa, la Murble Collegiate Reformed Church. Questa chiesa è normalmente chiusa ai visitatori ma, se uno dei volontari che la custodiscono è disponibile, potete essere accompagnati ed accedervi. Non è una chiesa antica (d’altronde niente è antico a New York…) ma l’interno è molto bello e curato.

Siamo un po’ lontani da Times Square ma decidiamo comunque di percorrere la Broadway Street fino alla famosa piazza. Lungo questa strada, infestata dai taxi (!!!), affianchiamo anche Macy’s, il famoso grande magazzino nel cuore di New York. Decidiamo di farci un giretto ed entriamo. Otto piani di negozi di vestiti, un incubo 🙂 Fortunatamente nemmeno Antonella è così interessata e quindi, dopo una rapida occhiata, decidiamo di uscire e proseguire.

Times Square, il cuore e simbolo di New York

Decidiamo di spingerci fino a Times Square. Qui scopriamo la vera New York, quella luccicante e sfavillante che si vede nei film e che non avevamo ancora visto!
Camminiamo sulla Broadway Street su e giù, lasciandoci travolgere dall’atmosfera newyorkese. Di tutti, questo è di certo il luogo che più di ogni altro ci ha colpiti. E’ la New York che ci aspettavamo e che cercavamo! Passeggiamo lungo le vie laterali per guardare le luci al neon, la gente che passeggia, i locali e i teatri.

Sul tetto di New York, sopra l’Empire State Building

E’ quasi sera e decidiamo di rientrare in hotel. Lungo la strada passiamo accanto all’Empire State Building, il grattacielo più alto di New York per molti anni prima della costruzione delle torri gemelle e, purtroppo, di nuovo il più alto dopo l’11 Settembre…

Non resistiamo ad una veduta notturna di New York dal 102-esimo piano di questo palazzo. Paghiamo il biglietto di ingresso (30 dollari per due persone) e prendiamo il primo ascensore: 1, 2, 3, 7, 10, 15, 20, 30, 50, 70, 75, 79, 80, 81, 82… Arrivati? No, scendiamo e saliamo su un secondo ascensore che ci porterà all’ultimo dei 102 piani.

La vista è mozzafiato. Il sole è basso all’orizzonte e ci godiamo un tramonto sul fiume Hudson da una location d’eccezione. Da qui si vede tutto: il ponte di Brooklyn, la Statua della Libertà, Lower Manhattan, Central Park e tutto il resto.

Rimaniamo almeno mezz’ora con lo sguardo perso all’orizzonte, a scattare foto e registrare filmati. Consiglio a tutti di salire fin quassù la sera, verso il tramonto. Ne vale assolutamente la pena!!! Spettacolare!

Due rammarici…

Nei nostri tre giorni (scarsi a dire il vero) passati a New York, non abbiamo avuto tempo (ehm… anche le forze scarseggiavano dopo tanti giorni…) per visitare due luoghi che avevamo messo nella nostra lista dei must:

• il Ponte di Brooklyn
• la sede delle Nazioni Unite

In effetti mancano all’appello molti altri luoghi di sicuro interesse, soprattutto mancano tutti i musei, a cominciare dal MOMA. Saranno certamente in cima alla lista di una (speriamo) seconda futura visita alla città!

La Cattedrale di St. John the Divine

La mattina del secondo giorno decidiamo di partire dall’alto per poi scendere verso Lower Manhattan. Prendiamo così la metro in direzione di Harlem, la nostra meta è la Cattedrale di St. John the Divine. La guida dice che, quando (e se) verrà completata, sarà la cattedrale più grande del mondo! Possiamo lasciarcela scappare? No di Certo!

Arrivati alla fermata della metro ci aspetta una breve passeggiata per raggiungere la cattedrale. La costruzione è decisamente imponente ma anche piuttosto inquietante. Le statue in stile gotico e la torre mancante le danno un aspetto di un edificio che ne ha viste tante… Entriamo. La chiesa è lunghissima e altissima! Fanno impressione le colonne le cui dimensioni sono veramente importanti.

Lungo le navate e tutt’attorno all’altare ci sono diverse cappelle più piccoline e intime, molto carine. Passiamo quasi un’ora dentro questa chiesa per visitarne tutti gli ambienti. Usciamo impressionati da tanta imponenza ma anche meno stupiti dai tempi di realizzazione così lunghi.

Una passeggiata a Central Park

Lasciamo quindi la cattedrale e ci incamminiamo verso Central Park. Il parco è così grande che ci sono diverse fermate della metro ad ogni lato. Noi vi entriamo da Harlem a circa metà. Anche qui gli scoiattoli la fanno da padroni, numerosissimi non hanno paura delle persone e corrono fra le panchine.
Passeggiamo lungo i tanti sentieri e strade che si intrecciano al suo interno. Passiamo ponti, distese d’erba, alberi splendidi e vedute su laghetti placidi.

E’ incredibile pensare che siamo nel centro di New York, una metropoli di oltre 10 milioni di abitanti, e stiamo godendoci molto molto verde e anche aria pulita.
Sono moltissime le persone che fanno jogging a Central Park, o che corrono in bicicletta, che girano sui pattini o che fanno sport in genere. Sono anche molti quelli che si stendono su una coperta sul prato. Ci sarebbe piaciuto stare un po’ sull’erba a rilassarci ma eravamo sprovvisti di coperta e di tempo: dovevamo ancora vedere diverse cose!

Scendendo la Park Avenue

Usciamo così da una delle uscite dell’estremità più a sud del parco e ci incamminiamo lungo la Park Avenue. In un attimo siamo di nuovo catapultati nel traffico, nella confusione, nello smog, in altre parole, siamo tornati a New York!

E’ martedi mattina ma i marciapiedi sono gremiti di pedoni. Facciamo fatica a camminare ed avanziamo veramente lentamente, c’è una folla da far spavento. Le strade sono tutte gialle di taxi. Avete presente quelle scene dei film in cui i marciapiedi sono pieni e la strada bloccata? Ecco, noi ci siamo proprio in mezzo.

Piano piano raggiungiamo la Cattedrale di St. Patrik. Una spettacolare cattedrale tra la Park Avenue e la Quinta Strada, nel centro di Manhattan. La più grande di New York prima della costruzione della cattedrale visitata nella mattinata. L’interno, sebbene di dimensioni più ridotte, è molto bello ed elegante. Quando entriamo è in corso la messa e quindi non possiamo visitarla a dovere ma abbiamo solo il tempo di uno scatto fotografico molto discreto.

Usciamo dalla cattedrale e, dopo esserci riposati sugli scalini di accesso alla chiesa, proseguiamo la nostra discesa. La tappa seguente è la stazione ferroviaria di New York, la Grand Central Terminal. Anche questa l’abbiamo vista in molti, moltissimi film. Soprattutto l’orologio con quattro quadranti posto esattamente al centro del atrio principale. La cosa che più ci sconvolge è la pulizia della stazione. Se paragonata con le stazioni ferroviarie delle nostre città principali, beh… c’è di che vergognarsi!
Ormai è tardo pomeriggio e siamo vicini alla 31esima, la strada del nostro hotel. Saliamo in camera per una doccia veloce e siamo di nuovo subito in strada per andare da AppleBee’s e congedarci dagli Stati Uniti con un ultimo ottimo Hamburger.

L’Hotel Chandler a Manhattan

Situato sulla 31h strada, a pochi isolati dall’Empire State Building, nel cuore di Manhattan, l’Hotel Chanldler è un ottimo 4 stelle in cui soggiornare durante una visita alla città di New York. Come detto la posizione è ottima, a pochi passi da una delle maggiori attrazioni della città, a pochi isolati (diciamo 10 minuti a piedi) da tre fermate della metro, circondato da ristoranti e altri locali. Inoltre, cosa che non guasta, si trova in una strada piuttosto tranquilla, sia da un punto di vista acustico che di sicurezza personale. E’ possibile passeggiare di notte nei dintorni senza alcun timore.

Le camere sono incredibilmente ampie (per essere in centro a New York), pulite, comode, decisamente di ottima qualità. Anche il bagno è spazioso e comodo. Il personale della reception si è dimostrato disponibile e simpatico. Inoltre, cosa che non guasta mai, al piano terra si trova un grazioso bar che offre aperitivi e birre a prezzi più che accessibili.

Il prezzo… ecco, questo è il punto dolente. Siamo in centro a Manhattan, in una delle principali metropoli del mondo e quindi il prezzo non può essere paragonato a quello di un hotel a Flagstaff! Noi abbiamo prenotato circa 5 mesi prima di partire ed abbiamo trovato una tariffa a dir poco super (circa 150-200 dollari a notte) per la posizione e la tipologia dell’hotel. Non poco a dire il vero, ma erano le ultime notti del nostro viaggio di nozze… Comunque, due settimane prima di partire ho provato a vedere il costo della stessa stanza nello stesso periodo: era lievitato a oltre 500 dollari a notte!!! Allarmato ho chiamato l’hotel per sincerarmi che la nostra prenotazione fosse corretta e, con un sospiro di sollievo, ho appurato che era tutto ok! E’ stato veramente un ottimo soggiorno e lo consiglio a chiunque voglia recarsi a New York!

Da e per gli aeroporti

Siamo atterrati all’aeroporto di La Guardia dopo il nostro volo che ci ha portati fino a New York dalle Cascate del Niagara. Si tratta di un aeroporto relativamente piccolo e vicino a Manhattan. Non c’è la metro fino in centro e quindi abbiamo deciso di servirci di un taxi (in effetti sarebbe possibile prendere un autobus fino ad una fermata della metro e quindi proseguire con questa). Qui i taxi sono molto organizzati. Mentre siamo in fila ci viene dato un depliant con i prezzi della corsa fino alle principali mete, tra cui Manhattan. Raggiungiamo quindi l’hotel comodamente seduti su un taxi dopo circa un’ora di tragitto alla modica cifra di 35 dollari (a Roma per la stessa corsa ci avrebbero spennati!!!).

Per il ritorno, invece, dobbiamo raggiungere l’Aeroporto Internazionale JFK. Qui le cose si complicano: pare non esserci alcun collegamento con i mezzi pubblici. Forse anche ci sarebbe ma la nostra guida non ne parla e alla reception dell’hotel ci consigliano caldamente un taxi. Così decidiamo di prendere un taxi. La corsa questa volta dura quasi due ore (il traffico è spaventoso!!!) e il costo è di circa 60 dollari.
Dimenticavo: la cosa simpatica dei taxi è che sono tutti muniti di schermo con cartina e indicazione della posizione e della destinazione, così potete sempre sapere dove siete e quanto manca alla meta.

La metropolitana di New York

La metropolitana di New York è molto, molto estesa. Niente a che vedere con le due misere linee di Roma… Ci sono fermate ogni circa 5 isolati e vi conduce praticamente ovunque. A dire il vero ci sono delle zone scoperte, ad esempio per raggiungere la sede dell’ONU non c’è alcuna metro (e questo è uno dei motivi per cui ci siamo fatti scappare la visita al Palazzo di Vetro).
Noi abbiamo optato per acquistare un carnet di 10 biglietti e li timbravamo al bisogno. E’ comunque possibile acquistare degli abbonamenti giornalieri o per tre giorni. A dire il vero non abbiamo usato poi molto la metro in quanto preferivamo camminare e girare la città a piedi.

Merita comunque fare una corsa in metropolitana per rendersi conto della complessità e della vastità di questo mondo sotterraneo.

La mappa della metro di New York potete scaricarla da questo sito:
http://www.mta.info/nyct/maps/submap.htm

Come due alcolizzati…

Cena da Wendy’s, hamburger con patatine. Buono, una delle migliori catene di fast-food. Il problema è che siamo un po’ in difficoltà con la digestione a causa della stanchezza accumulata in due settimane di viaggio. Decidiamo quindi di prenderci due birre. Siamo però stanchi per entrare in un bar e sederci a bere la birra.

Entriamo quindi in un supermercato / bar / tavola calda / bottiglieria, insomma, uno dei tipici locali che vendono un po’ di tutto che si trovano a New York. Ci dirigiamo verso il frigo e, prima di aprirlo, veniamo colpiti da un cartello che recita circa così: “Please, don’t drink alcholics inside the market”. Un po’ perplessi, prendiamo due birre dal frigo e ci dirigiamo verso la cassa.

La persona alla cassa,prende le due birre e ce le mette in due sacchetti di carta marrone e ci invita a non aprirle prima di essere usciti dal suo negozio…
Mi torna allora in mente che in certi stati degli Stati Uniti non è consentito bere alcolici in strada (e, più in generale, in pubblico) e che il sacchetto serve a nascondere il contenuto. Possiamo quindi aprire le birre e berle ma avendo cura di non mostrare in pubblico il contenuto alcolico del sacchetto. Ci sentiamo un po’ degli alcolizzati che vagano per le strade di Manhattan.

In mutande a Times Square

Un pomeriggio passeggiamo per Times Square e ci imbattiamo in un uomo in mutande col cappello da CowBoy che suona la chitarra. Allibiti pensiamo bene di girargli alla larga prendendolo per matto.
Nel giro di pochi minuti vediamo formarsi un capannello di persone che lo circondano e iniziano a farsi fotografare insieme a lui e a chiedergli autografi. Siamo sempre più perplessi e non capiamo cosa stia succedendo.

Una volta a casa, dopo qualche settimana, vedo comparire sul sito di Repubblica la notizia di questo tizio che si candida sindaco a New York e che è diventato famoso per le sue performance in mutande a Times Square!Non riesco a trattenere una risata 🙂 Ma guarda tu, ha addirittura una pagina su wikipedia!

A Broadway con la sdraio

Una nuova moda colpiva New York durante la nostra visita: accomodarsi su una sdraio nel bel mezzo di una delle maggiori arterie di New York e “godersi” panorama e tranquillità…
Per l’occasione, ogni giorno per un paio d’ore, veniva chiuso un tratto della strada Broadway, che attraversa New York, nei pressi di Times Square. Non è come trovarsi al mare o a bordo piscina ma è certamente d’effetto sdraiarsi nel cuore di Manhattan.